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Come mai l’Intelligence Americana non ha comunicato a quella pakistana l’immediata esecuzione del blitz?

Come faceva Bin Laden a vivere tranquillamente a pochi km dal centro di alta specializzazione militare Pakistano?

Come poteva essere ignota alla polizia l’identità di chi vivesse nella estesa e circondata da telecamere dimora di Bin Laden?

Il Pakistan è complice, ha nascosto Bin Laden nelle sue terre permettendo la proliferazione delle sue attività criminali.

Bin Laden era una potenza sovrastatale. Il capo di un fronte internazionale fondamelista islamico: Al Qai’da. Aveva appoggi e commistioni con governi e forti poteri. Il Pakistan l’ha coperto, come già fatto durante l’invasione Russa dell’Afghanistan a cavallo degli anni 70/80.

Le masse in piazza a sostegno di Bin Laden come il forte pericolo di rappresaglie dimostrano che Bin Laden non era un semplice capo-popolo di una tribù di pastori, ma un Leader politico spregiudicato, a capo di un popolo trasversale e unito per la sconfitta dell’Occidente Cristiano e per il trionfo mondiale dell’Islam.

Gioire per una morte forse no, la modernità e il carico semantico che Obama si è portato sulle sue spalle dal giorno della sua elezione(ricordo il titolo della Repubblica di quel giorno “Il mondo è cambiato”), la speranza e la bellezza di una immagine così pacifica e vicina ad ognuno di noi è stata , a mio avviso, spezzata dalla ruralità e brutalità con la quale il grande nemico è stato eliminato in uno scenario di sangue e tortura, nel palcoscenico di Paesi in cui la sharia la fa da padrone e vige ancora la legge del taglione.

Tutto questo, appurata la portata del risultato conseguito, comporta un regresso più che un passo avanti.

Tutto questo toglie fiato e speranza al Mondo. E’ proprio questo ciò che è necessario fare per liberarci dal male? E il nostro mondo è proprio finito a combattere una battaglia su questi livelli infimi?

E come può l’anima del Mondo, che non è quella degli Usa, gioire con tanta leggerezza della brutalità e dell’inequivocabile macabro destino di un uomo?

E che giustificazione spiega questa schizofrenia brutale quando la storia recente ha visto dittatori farsi processare da Tribunali Internazionali? E che differenza c’è tra Bush e Obama, il primo che impiccava Saddam e il secondo che dava assenso a trucidare Bin Laden?

Abbiamo tutti inflitto una sconfitta ad una grande parte del male, sia chiaro, certo Al Qa’ida non è morta ma il colpo inflitto è di paralisi permanente agli arti principali.

Abbiamo però anche perso l’innocenza e l’ultima grande speranza di un uomo che, pochi anni fa, ci aveva tutti fatto sognare ben altre cose che un tappeto intriso di sangue o l’accostamento tra la parola giustizia e la parola morte.

IPostmoderni